Investimento in beni strumentali: come rendere competitiva la tua Impresa

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L’investimento in beni strumentali è un’operazione necessaria per incrementare produttività e competitività aziendale della tua azienda. Oggi, grazie al Piano Industriale 4.0 (diventato poi Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0) sono concessi crediti d’imposta e incentivi a chi investe in:

  • Beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello «Industria 4.0»;
  • Beni immateriali – software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni – connessi a investimenti in beni materiali «Industria 4.0».
Leggi di più sul Modello Industria 4.0 (2020-23)

Cos’è l’investimento in beni strumentali

È un investimento in beni materiali e strumentazioni tecnologicamente avanzate per l’impresa, come ad esempio il parco tecnologico (tablet, workstation, pc, Laptop, stampanti, smartphone, reti di sicurezza e cybersecurty, Industrial Internet of Things, Network & Wireless Security, Data Security, ecc.).

L’investimento in beni strumentali offre l’opportunità di accedere a crediti d’impresa agevolati e altri incentivi importanti pervisti nel Modello Industriale 4.0.

A cosa serve il credito d’imposta per l’investimento in beni strumentali

Il credito d’imposta serve per offrire un concreto supporto e incentivo alle imprese che investono in nuovi beni strumentali, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi di produzione destinati a strutture produttive situate in Italia.*

Quali sono i vantaggi previsti per le aziende che investono in beni strumentali

È importante investire in beni strumentali nuovi perché sono disponibili una serie di agevolazioni.

Per gli investimenti in beni strumentali come materiali tecnologicamente innovativi, come decretato dall’ allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232 – ex Iper ammortamento, è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% del costo per la quota d’investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro.

Altre agevolazioni sono previste per i beni immateriali connessi a investimenti in beni materiali “Industria 4.0” (allegato B alla legge n. 232/2016), con credito d’imposta pari al 15%, nel limite massimo di 700mila euro di costi ammissibili. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing.

Come avviene la fruizione e per le Imprese che investono in beni strumentali

  • Si può accedere alla fruizione a partire:
    • Dall’anno successivo a quello di entrata in funzione dei beni, per gli investimenti in beni diversi da quelli “Industria 4.0”;
    • Dall’anno successivo a quello dell’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura, per gli investimenti in beni “Industria 4.0”.

Come si utilizza il credito d’imposta per l’investimento in beni strumentali?

Il credito d’imposta si può utilizzare in cinque quote annuali dello stesso importo, che diventano tre per gli investimenti in beni immateriali.

Quali sono i beni strumentali fondamentali per la tua Azienda?

Prima di rispondere a questa domanda è fondamentale essere consapevoli di alcuni aspetti relativi alla propria impresa e rispondere alle seguenti domande:

  • Che tipo di servizi offre?
  • Di cosa ha bisogno per funzionare bene?
  • Che cosa ritiene sia necessario per essere competitiva rispetto alla concorrenza?
  • Può permettersi di utilizzare ancora tecnologie obsolete che rallentano processi e frenano fatturato e redditività?

In sostanza, prima di rispondere alla domanda “quali sono i beni strumentali necessari per la tua Azienda” è fondamentale avere un piano strategico, o meglio, un vero e proprio Business Plan, comprensivo di un’analisi dettagliata dello scenario in cui si opera, i dati finanziari, le prospettive di guadagno, le perdite e le potenzialità unite all’acquisizione di nuove strumentazioni tecnologiche.

Il senso ultimo delle agevolazioni e degli incentivi di stato risiede nella valutazione concreta della necessità di offrire alle PMI italiane un supporto necessario non tanto per sopravvivere, quanto per diventare competitive e rilanciarsi sul mercato.

A chi spettano le agevolazioni previste per chi investe in beni strumentali?

“Possono accedere al credito d’imposta tutte le imprese residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito.”*

Il credito d’imposta spetta anche per gli investimenti effettuati dagli esercenti arti e professioni riguardanti beni diversi da quelli materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” e da quelli immateriali a essi connessi (allegati A e B alla legge n. 232/2016).*

Scarica gli allegati A e B:

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Perché investire in beni strumentali nel 2021

Come emerso dal Report Istat su ICT e digitalizzazione delle Imprese tra il 2019 e il 2020, sono soltanto le grandi imprese ad integrare le tecnologie più avanzate.

Infatti, pur  usando il web, la maggior parte delle PMI non investe in Innovazione.

Le applicazioni digitali più evolute sono scarsamente utilizzate dalle PMI, con solo l’8% che dichiara di dotarsi di massimo 2 dispositivi smart o interconnessi, di robotica, analisi di Big Data e stampanti avanzate come le 3D nei processi produttivi.

Si tratta di elementi che non rendono competitive le imprese e che causano ogni anno perdita di fatturato e di opportunità di rilancio: ” In generale, circa l’82% delle imprese con almeno 10 addetti si colloca a un livello ‘basso’ o ‘molto basso’ d’adozione dell’ICT”.*

Nel 2020 la perdita complessiva del fatturato delle Imprese Italiane è stata di 420 miliardi di euro, a fronte di un forte rialzo per i giganti del web, con un +17% dei ricavi (Fonte: Analisi della Cgia di Mestre – Associazione Artigiani e Piccole Imprese). Questo anche a causa di strumentazioni e modelli inadeguati per affrontare i nuovi contesti, messi in discussione dalla crescita esponenziale dell’online con utenti – potenziali clienti, sempre più connessi.

Investire in tecnologie innovative necessario per rilanciare la propria Impresa

In una recente intervista al Sole24Ore*, il presidente di Confindustria Valle d’Aosta, a proposito della crisi causata dal Covid, sottolinea l’importanza di ripartire da questo, interpretando il pensiero di molti imprenditori che si trovano ad affrontare le nuove sfide tecnologiche e commerciali.

“Proprio nei momenti di crisi bisogna porre, a mio avviso, le basi per il rilancio delle attività in maniera più performante di quanto non avvenisse prima; bisogna cioè anche considerare la crisi come un momento in cui si possono ripensare i modelli produttivi per riaffacciarsi sui mercati con un nuovo slancio. E molte nostre realtà produttive stanno andando proprio in questa direzione. Beneficiando anche dei contributi messi a disposizione dall’Amministrazione regionale molte imprese stanno investendo in servizi per la digitalizzazione dei processi in un’ottica industria 4.0.”

Il messaggio è chiaro: è necessario investire in tecnologie innovative e performanti per riuscire a gestire i nuovi modelli economici e commerciali, e innalzare la qualità offerta per restare competitivi:

“Questa per me è la chiave per uscire dalla crisi: investire in beni ma anche e soprattutto nel capitale umano. Per mantenere un ruolo di rilievo occorrerà inoltre innalzare costantemente la qualità, il grado di innovazione e l’efficienza dei prodotti e dei servizi offerti”.

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    Referenze:

    *https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-beni-strumentali

    *https://www.istat.it/it/files/2020/12/REPORT-ICT-NELLE-IMPRESE_2019_2020.pdf

    *https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/investimenti-in-beni-strumentali/normativa-e-prassi

    *https://www.ilsole24ore.com/art/sfruttiamo-crisi-covid-costruire-ripartenza-ADHtq0y